Il comitato parrocchiale, in comunione con il parroco, è corresponsabile della vita della parrocchia ed è segno tangibile della vicinanza della Chiesa alle persone del territorio. Ha lo scopo di promuovere e rendere feconda la vita della Chiesa nella propria comunità parrocchiale. Le persone elette si assumono la responsabilità dell’animazione della vita cristiana della comunità locale, nel campo dell’annuncio del Vangelo, della Liturgia e della Carità. Nella sua azione concreta il Comitato parrocchiale dovrà agire in collaborazione e fraternità con gli altri organismi pastorali. Con questo spirito dovrà: tenere i contatti con il Consiglio pastorale di unità pastorale o interparrocchiale e farne conoscere le decisioni e le linee operative; curare in sinergia con il Consiglio per gli affari economici della parrocchia, le strutture della parrocchia: decoro e pulizia dell’oratorio, sala della comunità, campetto da gioco ecc.; curare le feste, come ad esempio la sagra del Patrono, o momenti conviviali della comunità.
Al consiglio pastorale compete la lettura della realtà, il discernimento, lo studio e la progettazione del cammino della pastorale.
Compito primario del Consiglio è quello di favorire e coltivare la crescita della fede, far scoprire la gioia di trovarsi tra fratelli e sorelle nella comunità e progettare momenti di aggregazione e partecipazione. In sintonia con gli organi diocesani, in particolare, ha il compito di tracciare delle linee di azione riguardo a questi ambiti:
a) Annuncio del Vangelo (conoscenza e amore per la Parola di Dio e generazione alla fede; iniziative di evangelizzazione e catechesi; formazione dei catechisti; sensibilità e collaborazione missionaria);
b) Liturgia (partecipazione consapevole e attiva all’azione liturgica, valorizzazione della domenica ed educazione alla preghiera di tutti i battezzati; dei lettori, del coro, dei chierichetti, dei sacristi e dei gruppi liturgici);
c) Carità (formazione costante alla carità, alla sollecitudine per gli ultimi, all’impegno nel lavoro e nel sociale; gruppo Caritas, San Vincenzo o altre realtà solidali legate alla parrocchia, opere di carità materiale e spirituale; rapporto con il contesto sociale).
Entrambi gli organi restano in carica cinque anni e devono essere convocati almeno quattro volte all’anno.
Il consiglio parrocchiale per gli Affari Economici, costituito in attuazione del can. 537 del Codice di Diritto Canonico, è l’organismo che promuove ed esprime la collaborazione responsabile dei laici alla vita amministrativa della Parrocchia. È distinto dal Consiglio Pastorale Parrocchiale e opera nella sfera di sua competenza in conformità alle direttive pastorali diocesane e alle norme canoniche e civili. Scopo specifico del Consiglio parrocchiale per gli Affari Economici è di coadiuvare il parroco nella gestione economica della parrocchia (can. 1280), tenendo conto delle finalità proprie dei beni ecclesiastici e cioè: l’esercizio del culto, il decoroso e conveniente sostentamento del Clero e delle persone in servizio della parrocchia, le attività pastorali e caritative (can. 529-532; 1254 § 2).
Il Consiglio parrocchiale per gli Affari Economici, operando per conto della comunità nella retta amministrazione dei beni della parrocchia, ha il compito di:
a) coadiuvare il parroco nel predisporre la previsione di spesa della parrocchia, elencando le voci in riferimento a una ponderata programmazione pastorale e alle varie urgenze e necessità, individuando i relativi mezzi di copertura;
b) dare il proprio parere sugli atti di maggiore importanza nell’amministrazione ordinaria e su quelli di amministrazione straordinaria;
c) svolgere opera di informazione e di sensibilizzazione della comunità parrocchiale in ordine alla condizione economica dei suoi sacerdoti e di quanti altri sono a servizio della parrocchia, ottemperando anche alle norme assicurative e previdenziali e agli obblighi legislativi e fiscali dell’Ente Parrocchia;
d) condividere con il parroco l’impegno della conservazione e manutenzione degli edifici, attrezzature, mobili e arredi di competenza parrocchiale, con particolare attenzione per il patrimonio storico e artistico;
e) approvare alla fine di ciascun anno, previo esame dei libri contabili e della relativa documentazione, il rendiconto consuntivo;
f) farsi attento e sensibile alle esigenze degli organismi inter-parrocchiali e diocesani, in particolare degli Istituti previsti dal can. 1274, per contribuire adeguatamente alle loro finalità.