Molti fatti mettono alla prova la nostra fede e ci riempiono di dubbi: su Dio, sugli altri, su noi stessi. Quale futuro raccontare ai nostri bambini? Come accompagnare i giovani verso una vita ricca di senso? Quale parola consegnare a chi è anziano? Quale silenzio può consolare un ammalato e chi gli sta vicino? Sono le domande di sempre, eppure ora le sentiamo più forti. “Se credere deriva da ‘dare il cuore’, allora devo confessare che il mio cuore e la mia fede appartengono solo a quel Dio che può mostrare le sue ferite. Chi mi separerà dall’amore di Cristo? Un amore legittimato dalle sue ferite. Il mio Dio è un Dio ferito” (T. Halik). Che la Pasqua sia per tutti la riscoperta dell’amore di Cristo, che si lascia toccare nelle sue ferite, perché noi possiamo toccare quelle degli altri. Di cuore, buona Pasqua!
don Armando, don Remo e don Rolando